Isidoro nacque nei pressi di Madrid verso il 1070. In giovane età lasciò la casa paterna per andare a lavorare nei campi al servizio di alcuni proprietari terrieri. In quel periodo parte della Spagna era soggetta agli Almoravidi, musulmani berberi originari del Marocco. Quando questi conquistarono Madrid, Isidoro si rifugiò a Torrelaguna dove conobbe e sposò la giovane Maria Toribia. La loro unione fu caratterizzata dall’attenzione verso i poveri, con i quali condividevano la loro casa, il loro cibo, i loro averi.
Gesù nostro cibo e nostra bevanda
sabato 5 agosto 2023
giovedì 22 dicembre 2022
IL PARADISO… di Sant’Agostino Roscelli
Al paradiso, al paradiso, mie carissime, al paradiso !
Vi è qualcuna fra voi che non sia desiderosa di salire a tanta gloria? In questa valle di pianto, dovunque ci rivolgiamo, non vediamo altro che miserie. Si lamenta il superiore dei sudditi, questi si lamentano dei superiori; si lamenta il servo del padrone, il padrone del servo, e nessuno vive pienamente contento della sua sorte. E noi desideriamo di dimorare più a lungo in un luogo così miserabile?
Al paradiso, al paradiso, mie dilettissime, al paradiso!
Se non possiamo per ora andarci con il corpo, andiamoci con lo spirito; se non possiamo dimorarci ora con la presenza, dimoriamoci con il pensiero. Lassù, in quella patria beata, ci attende Iddio per darci larga ricompensa delle sofferenze per Lui sofferte in questa valle di lacrime, delle mortificazioni per Lui fatte, degli ossequi a Lui prestati, di quanto, insomma, avremo operato quaggiù a sua gloria e a suo onore.
lunedì 22 agosto 2022
LA MORMORAZIONE... di Sant'Agostino Roscelli
martedì 1 marzo 2022
IL MERCOLEDÌ DELLE CENERI...
IL MERCOLEDÌ DELLE CENERI - Servo di Dio Dom Prosper Guéranger
I NEMICI DA COMBATTERE
Noi siamo assaliti da due sorta di nemici: le passioni dentro il nostro cuore, il demonio fuori; entrambi disordini che derivano dalla superbia. L'uomo si rifiutò d'obbedire a Dio; ciò nonostante Egli lo risparmiò, ma alla dura condizione di subire la morte: «Uomo - disse , tu sei polvere, ed in polvere ritornerai» (Gn 3,19). Ah! perché dimenticammo quell'avvertimento? A Dio bastò solo premunirci contro noi stessi; compresi del nostro niente, non avremmo mai dovuto infrangere la sua legge. Se ora vogliamo perseverare nel bene, al quale ci ha ricondotti la sua grazia, dobbiamo umiliarci, accettare la sentenza e considerare la vita come un viaggio più o meno breve che termina alla tomba. Sotto questa luce tutto diventa nuovo, ogni cosa si schiarisce. Nell'immensa sua bontà, Dìo, che si compiacque riversare tutto il suo amore su di noi, esseri condannati alla morte, ci appare ancor più ammirabile. Nelle brevissime ore della nostra esistenza, l'ingratitudine e l'insolenza con cui ci scagliammo contro di Lui ci sembrano sempre più degne del nostro disprezzo, e più legittima e salutare la riparazione che ora ci è possibile e che Egli si degna d'accettare.
L'IMPOSIZIONE DELLE CENERI
venerdì 12 novembre 2021
MEDITAZIONI PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA PER LE ANIME DEL PURGATORIO
MEDITAZIONE PER LA DOMENICA.
l. Maria santissima Regina del Purgatorio.
Una madre terrena non mai dimentica i propri figli finché han bisogno di Lei; e Maria, che tutti ci accolse quali figli tra i dolori del Golgota, ed il cui amore supera di cento tanti l'amore della più appassionata fra le madri, non abbandona mai i suoi figliuoli sino a che non li vede salvi e beati su in Paradiso e se a tutti Ella stende il materno suo amore, non può dimenticare quelle Anime desolate che gemono in Purgatorio. Nel Purgatorio le Anime soffrono acutissime pene, da cui Maria può alleviarle coll'efficacia della sua intercessione; non ripugna il pensiero che la Vergine le abbandoni? Quelle Anime in vita furono tutte devote della Vergine, anzi forse predilette da Lei che amarono, supplicarono ed onorarono con mille ossequi; e nel Purgatorio, perché quelle Anime hanno qualche neo a scontare, non saranno più le figlie care di Maria? Ed esse, incapaci di sollevarsi da sé, invocando pietose l'aiuto di Maria, onnipossente al trono di Dio, potranno temere di vedersi rigettate da Lei? A tali riflessi come appaiono veridiche le rivelazioni da cui si rileva che la Vergine talora visita le Anime purganti, talvolta tutte le libera, ed in ogni ora per esse intercede: “Io sono madre a tutti quanti stanno nel carcere del Purgatorio”, rivelava Ella stessa a santa Brigida (lib. iv). Anima mia, non ti consola questo pensiero? Non invocherai sovente per te e per gli altri la Vergine del Suffragio? Non ti conviene crescere in tale devozione, perché ti soccorra in Purgatorio, dove pur troppo presto devi cadere?
2. Quanto le Anime purganti sperino in Maria Santissima.
La speranza cristiana insieme alla fede cessa in sul limitare del Paradiso, ove sola trionfa la carità; ma nel Purgatorio, benché quelle Anime siano certe di loro eterna salute, pure, lontane dal loro riposo e dal loro centro, vivono di continua speranza. Sanno di nulla meritare coi loro patimenti, ne Iddio esser obbligato a far loro grazia: tuttavia sperano nella bontà di Dio e nei meriti preziosi della morte di Gesù; e con quali sospiri lo invocano propizio alle loro pene! Oh se in vita avessero avuto una simile confidenza! tutto avrebbero ottenuto! Impara, anima mia, a confidare mentre sei in tempo. Sperano quelle Anime nei nostri suffragi, ma sovente è delusa la loro speranza, vedendo, i vivi così freddi per i trapassati.... Impara, anima mia, ad accumulare per te suffragi in vita, ed a non fidarti troppo negli altri dopo morte. Ma come per il cristiano il rifugio in tutte le tribolazioni è sempre Maria, la speranza nostra, l'avvocata presso Dio, la consolatrice degli afflitti, la porta del Cielo, tale è ancora per le Anime purganti. Oh quanta consolazione infonde in esse il pensiero che Maria; a loro pensa, tratta la loro causa, offre per esse i suoi meriti, provvede suffragi e studia alla loro liberazione! Ed al vedere una qualche compagna sciolta per intercessione di Maria, oh quanto si ravviva la loro speranza, con qual, sospiri l'invocano propizia, e quante volte si vedono in tutto od in parte esaudite! Anima mia, ricordati che vi sono Anime nel Purgatorio che sperano in te, nei tuoi suffragi.... e tu farai poco o nulla? Ricordati di avere una confidenza illimitata in Maria per te e per gli altri, e ne otterrai certo qualche grazia.
3. Quanto possiamo ottenere dalla Santissima.
Sant'Andrea Avellino diceva di stimarsi felice, se poteva essere nel novero dei predestinati, stando in Purgatorio sino alla fine del mondo; ma la Vergine Maria venne ad accoglierne l'anima negli ultimi istanti per accompagnarla in Cielo. Se sant'Andrea lo diceva per umiltà, noi miseri peccatori, con tanti peccati veniali, gravi assai, ne mai compensati con salutare penitenza, qual lungo Purgatorio dovremo subire? Ma una calda devozione a Maria santissima, coll'intenzione di onorare Lei e suffragare le Anime purganti, non solo ci può ottenere quale grazia particolare la esenzione dal Purgatorio, ma anche tutte le grazie speciali, di dolce intenso dolore per peccati commessi, di amore grandissimo a Dio, dello spirito continuo di mortificazione, di desiderio incessante di guadagnare indulgenze, di purità d'intenzione in ogni nostro operare: cose tutte che giovano a liberazione totale o parziale per noi dalle pene del Purgatorio. Oh quale consolazione per noi, e quanto vantaggio da si facile devozione! Non esclameremo con san Bonaventura: In Te, o Signora, non sarò confuso in eterno? Che se i nostri suffragi per le Anime del Purgatorio sono troppo scarsi per la nostra incapacità, la Vergine Maria ben può arricchire la miseria nostra. Ella ci suggerisce di offrire a Dio per le Anime i meriti delle virtù da Lei praticate, i dolori e la rassegnazione di Lei, il fervore del suo cuore e l'eroismo di carità da Lei esercitato sul Calvario; Ella ci suggerisce di unire le nostre preghiere alle sue, con cui impetra grazia per le dolenti sue figlie; Ella ci indica ad offrire con Lei al Padre i meriti del Sangue di Gesù, i palpiti d'amore del Cuore di Gesù.... Oh quanti tesori di grazia per liberare quelle Anime! E tu rimarrai sempre inerte nella tua tiepidezza? Aspetti forse a scuoterti quando non ci sarà più tempo?
PREGHIERA
O Regina del Carmelo, o Maria Santissima, io v'invoco ben volentieri con questo nome, che mi ricorda il vostro amore per le Anime pedanti nel Purgatorio, e spero che vi mostrerete pure Madre per me quando cadrò tra quelle pene. Deh! pregate Voi per i miei cari Defunti; unisco le deboli mie preghiere alle vostre, offro al Signore i vostri meriti, le vostre soddisfazioni, i vostri sacrifici in compenso dei debiti di quelle Anime; ottenete ad esse una pronta liberazione ed a me la grazia di poter giungere al Cielo con un breve Purgatorio. Così sia.
MEDITAZIONE PER IL LUNEDÌ.
giovedì 1 luglio 2021
Atti di consacrazione al Sangue di Cristo - Offerte al Preziosissimo Sangue
Consacrazione al Sangue di Cristo
Signore Gesù, che ci ami e ci hai liberati dai nostri peccati con il tuo Sangue, ti adoro, ti benedico e a te con viva fede mi consacro. Con l'aiuto del tuo Spirito m'impegno a fare di tutta la mia esistenza, animata dalla memoria del tuo Sangue, un servizio fedele alla volontà di Dio per l'avvento del tuo Regno.
Per il tuo Sangue, versato in remissione dei peccati, purificami da ogni colpa e rinnovami nel cuore, perché risplenda sempre più in me l'immagine dell'uomo nuovo creato secondo giustizia e santità. Per il tuo Sangue, segno di riconciliazione con Dio e tra gli uomini, rendimi docile strumento di comunione fraterna. Per la potenza del tuo Sangue, prova suprema della tua carità, dammi il coraggio di amare te e i fratelli fino al dono della vita. Gesù Redentore, aiutami a portare quotidianamente la croce, perché la mia goccia di sangue, unita al tuo, giovi alla redenzione del mondo. Sangue divino, che vivifichi con la tua grazia il corpo mistico, rendimi pietra viva nella Chiesa. Dammi la passione dell'unità tra i cristiani. Infondimi nel cuore grande zelo per la salvezza del mio prossimo. Suscita nella Chiesa numerose vocazioni missionarie, perché a tutti i popoli sia dato di conoscere, amare e servire il vero Dio. Sangue Preziosissimo, segno di liberazione e di vita nuova, concedimi di perseverare nella fede, nella speranza e nella carità, perché, da te segnato, possa uscire da questo esilio ed entrare nella terra promessa del Paradiso, per cantarti in eterno la mia lode con tutti i redenti. Amen.
martedì 16 febbraio 2021
Il Matrimonio e la famiglia… di fr.Crispino Lanzi, Cappuccino
(Mc. 10, 1-12)
Le basi più solide e incrollabili dell’umana civiltà sono l’altare e il focolare, vale a dire la religione e la famiglia.
La vera felicità di un matrimonio, di una famiglia si fonda su questi tre beni: “Il bene della fedeltà. Il bene dei figli. Il bene del Sacramento” (S. Agostino).
IL BENE DELLA FEDELTA’ (“Bonum fidei”)
A - O Sposi siate fedeli l’uno all’altro
1 - Il matrimonio viene da Dio, il Quale l’ha voluto uno e indissolubile. La Bibbia afferma: “Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza; maschio e femmina li creò. Dio li benedì e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne” (Gen. 1, 26 ss. 2, 24 s.). Il 9o Comandamento suona così: “Non desiderate la donna d’altri”: quindi Dio proibisce perfino il divorzio di desiderio. Perciò possiamo affermare con S. Agostino: “Il matrimonio indissolubile viene da Dio, il divorzio viene dal diavolo”.
2 - Gesù ha confermato l’indissolubilità del matrimonio con parole molto chiare: “Gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: E’ lecito a un uomo ripudiare la propria moglie? Egli rispose: Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Quello dunque che Dio ha congiunto l’uomo non lo separi. Gli obiettarono: Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di mandarla via? Rispose loro Gesù: Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra, commette adulterio” (Mt. 19, 3-9). “E chiunque sposa una ripudiata commette adulterio” (Mt. 5, 28 Cfr. Lc. 16, 18).
S. Paolo dice: “Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito - e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - il marito non ripudi la moglie. La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito” (1 Cor. 7, 10 s. e 39 “Una vocazione a), e viceversa.
3 - Il vero amore esige l’indissolubilità: ha questa espressione che è un programma di vita: “Solo te! Sempre te!...”
4 - Il figlio esige un matrimonio indissolubile. Chiedete a un bimbo: Sei contento che tuo papà lasci la casa e vada con un’altra donna? Oppure che la mamma abbandoni casa e papà e vada a convivere con un altro uomo? Quel bimbo rimarrà con gli occhi imbambolati e lacrimanti poiché gli sembrerà strano e orrendo che avvenga una cosa tanto delittuosa: la risposta dell’innocente, è la voce di Dio.
B - O sposi, amatevi nel Signore!
lunedì 14 dicembre 2020
Sono io, Giuseppe, Sposo purissimo di Maria Immacolata e vostro Custode - di Don Dolindo Ruotolo
[...] Volendovi fare meditare la grandezza che Dio formò in me devo farvi riflettere prima di tutto al mio dolore, perché questo è sempre l’indice vero della grandezza di un’anima e della grandezza di un’opera divina.
Il dolore è la testimonianza più bella della fedeltà di un’anima; è l’atto d’amore più puro e disinteressato; è l’umiltà vera, perché è l’annientamento interiore, è la mansuetudine, è la carità, è la sintesi di ogni virtù. Il dolore è, quindi, il vero termometro della grandezza di un’anima e per questo Gesù fu l’uomo dei dolori, Maria fu l’Addolorata per eccellenza.
Il dolore può essere fisico e morale. Il dolore fisico è piuttosto espiazione, è la via per l’elevazione di un’anima, è la forza potente che libera l’anima dalla schiavitù del corpo e della carne, dai legami del mondo e delle creature. Il dolore morale, invece,oltre ad essere espiazione, è il volo dell’anima in Dio, è la forza che la eleva sopra se stessa, è il frutto di un’attività superiore.
Per intendere questo, voi dovete riflettere che la grazia eleva la creatura al di sopra di ogni perfezione naturale, ne forma proprio un’altra creatura, pur lasciandola nella condizione naturale della vita; il dolore, quindi, è come la spiritualizzazione di tutto l’essere umano.
Voi potete volatilizzare un corpo pesante solo sottoponendolo a tale intensità di calore da liquefarlo prima, da disgregarlo, da annientare il peso naturale. L’aria non ha bisogno di forni elettrici per volatilizzarsi perché è naturalmente in questo stato; essa quindi non è sottoposta a processi tormentosi. Così è l’anima beata, la quale non può soffrire più, perché ha già raggiunto il suo fine e l’ultima sua perfezione.
Non vi meravigliate nel vedere sulla terra la maggior parte degli uomini lontani da Dio, nel vedere tanto ristretto il numero delle anime sante. La santità è l’elevazione della creatura sopra la sua natura; è l’espressione più alta della grandezza; è la vita del Cielo resa mirabilmente vita di un’anima; essa, quindi, non è tanto facilmente accolta dalle creature.
Vi porto un esempio.