sabato 5 agosto 2023

Sant’Isidoro e la beata Maria Toribia


Isidoro  nacque nei pressi di Madrid verso il 1070. In giovane età lasciò la casa paterna per andare a lavorare nei  campi al servizio di  alcuni proprietari terrieri.  In quel periodo parte della Spagna era soggetta agli Almoravidi, musulmani berberi originari del Marocco. Quando questi conquistarono Madrid, Isidoro si rifugiò a Torrelaguna dove conobbe e sposò la giovane Maria Toribia. La loro unione fu caratterizzata dall’attenzione verso i poveri, con i quali condividevano la loro casa, il loro cibo, i loro averi. 

giovedì 22 dicembre 2022

IL PARADISO… di Sant’Agostino Roscelli

 

Al paradiso, al paradiso, mie carissime, al paradiso !

Vi è qualcuna fra voi che non sia desiderosa di salire a tanta gloria? In questa valle di pianto, dovunque ci rivolgiamo, non vediamo altro che miserie. Si lamenta il superiore dei sudditi, questi si lamentano dei superiori; si lamenta il servo del padrone, il padrone del servo, e nessuno vive pienamente contento della sua sorte. E noi desideriamo di dimorare più a lungo in un luogo così miserabile?

Al paradiso, al paradiso, mie dilettissime, al paradiso!

Se non possiamo per ora andarci con il corpo, andiamoci con lo spirito; se non possiamo dimorarci ora con la presenza, dimoriamoci con il pensiero. Lassù, in quella patria beata, ci attende Iddio per darci larga ricompensa delle sofferenze per Lui sofferte in questa valle di lacrime, delle mortificazioni per Lui fatte, degli ossequi a Lui prestati, di quanto, insomma, avremo operato quaggiù a sua gloria e a suo onore.

lunedì 22 agosto 2022

LA MORMORAZIONE... di Sant'Agostino Roscelli




(1° istruzione)

Bella è la virtù della Carità! Questa figlia del Cielo, se da una parte ci eleva sopra di noi stessi e ci porta direttamente a Dio, centro di ogni bene, che dobbiamo amare sopra ogni altra cosa con tutte le nostre forze, dall'altra parte, riguardo al prossimo, ci comanda di amarlo come noi stessi, pronti a fare per lui tutto ciò che vorremmo fosse fatto a noi, e a non fare a lui ciò che non vorremmo fosse fatto a noi. Vi sono però vizi e peccati che più si oppongono alla santa carità. Questa sera dunque desidero parlarvi della maldicenza che diametralmente si oppone alla carità fraterna, al fine di prevenirvi se qualcuna di voi, anche inavvertitamente, se ne fosse resa colpevole. Ad ottenere lo scopo, vi mostrerò che cosa sia la maldicenza, di quante specie ve ne siano, quanto essa sia peccato comune, e quanti siano i disordini che cagiona, le scuse con cui si difende e finalmente i pericoli a cui espone. La materia è vasta e non può certo contenersi tutta nei limiti di una istruzione, ma quello che non posso dire questa sera lo diremo la prossima volta. Seguite con grande attenzione e gravità: si tratta di un argomento di somma importanza.

La detrazione, ossia la mormorazione, è un'ingiusta diminuzione della fama altrui, fatta in assenza di quella persona contro cui si mormora. Ho detto un'ingiusta diminuzione della fama altrui, perché chi dicesse male di se stesso e diminuisse così la fama propria, non sarebbe ingiusto, perché ciascuno è padrone del suo buon nome e della sua propria fama. Ho detto in secondo luogo: fatta in assenza della persona di cui si mormora, perché se si fa alla sua stessa presenza si tratta di semplice contumelia. Inoltre, se si toglie o si diminuisce la fama al prossimo, manifestando un suo difetto vero, si chiama semplice mormorazione; se poi gli si toglie la fama, propalando un difetto falso, allora si chiama calunnia, la quale è assai più grave della semplice mormorazione, perché vi si unisce una bugia perniciosa contro il prossimo. Vari poi e diversi sono i modi con cui si può togliere e diminuire la fama o la riputazione al prossimo, ossia con cui si può mormorare. S. Tommaso ne conta sino a otto. Il primo e il più grave di tutti è la calunnia.

martedì 1 marzo 2022

IL MERCOLEDÌ DELLE CENERI...

 


IL MERCOLEDÌ DELLE CENERI - Servo di Dio Dom Prosper Guéranger

I NEMICI DA COMBATTERE

Noi siamo assaliti da due sorta di nemici: le passioni dentro il nostro cuore, il demonio fuori; entrambi di­sordini che derivano dalla superbia. L'uomo si rifiutò d'obbedire a Dio; ciò nonostante Egli lo risparmiò, ma alla dura condizione di subire la mor­te: «Uomo - disse , tu sei polvere, ed in polvere ritornerai» (Gn 3,19). Ah! perché dimenticammo quell'av­vertimento? A Dio bastò solo premu­nirci contro noi stessi; compresi del nostro niente, non avremmo mai do­vuto infrangere la sua legge. Se ora vogliamo perseverare nel bene, al quale ci ha ricondotti la sua grazia, dobbiamo umiliarci, accettare la sen­tenza e considerare la vita come un viaggio più o meno breve che termi­na alla tomba. Sotto questa luce tutto diventa nuovo, ogni cosa si schiari­sce. Nell'immensa sua bontà, Dìo, che si compiacque riversare tutto il suo amore su di noi, esseri condanna­ti alla morte, ci appare ancor più am­mirabile. Nelle brevissime ore della nostra esistenza, l'ingratitudine e l'insolenza con cui ci scagliammo contro di Lui ci sembrano sempre più degne del nostro disprezzo, e più le­gittima e salutare la riparazione che ora ci è possibile e che Egli si degna d'accettare. 

L'IMPOSIZIONE DELLE CENERI

venerdì 12 novembre 2021

MEDITAZIONI PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA PER LE ANIME DEL PURGATORIO


MEDITAZIONE PER LA DOMENICA.

l. Maria santissima Regina del Purgatorio.

Una madre terrena non mai dimentica i propri figli finché han bisogno di Lei; e Maria, che tutti ci accolse quali figli tra i dolori del Golgota, ed il cui amore supera di cento tanti l'amore della più appassionata fra le madri, non abbandona mai i suoi figliuoli sino a che non li vede salvi e beati su in Paradiso e se a tutti Ella stende il materno suo amore, non può dimenticare quelle Anime desolate che gemono in Purgatorio. Nel Purgatorio le Anime soffrono acutissime pene, da cui Maria può alleviarle coll'efficacia della sua intercessione; non ripugna il pensiero che la Vergine le abbandoni? Quelle Anime in vita furono tutte devote della Vergine, anzi forse predilette da Lei che amarono, supplicarono ed onorarono con mille ossequi; e nel Purgatorio, perché quelle Anime hanno qualche neo a scontare, non saranno più le figlie care di Maria? Ed esse, incapaci di sollevarsi da sé, invocando pietose l'aiuto di Maria, onnipossente al trono di Dio, potranno temere di vedersi rigettate da Lei? A tali riflessi come appaiono veridiche le rivelazioni da cui si rileva che la Vergine talora visita le Anime purganti, talvolta tutte le libera, ed in ogni ora per esse intercede: “Io sono madre a tutti quanti stanno nel carcere del Purgatorio”, rivelava Ella stessa a santa Brigida (lib. iv). Anima mia, non ti consola questo pensiero? Non invocherai sovente per te e per gli altri la Vergine del Suffragio? Non ti conviene crescere in tale devozione, perché ti soccorra in Purgatorio, dove pur troppo presto devi cadere?

2. Quanto le Anime purganti sperino in Maria Santissima.

La speranza cristiana insieme alla fede cessa in sul limitare del Paradiso, ove sola trionfa la carità; ma nel Purgatorio, benché quelle Anime siano certe di loro eterna salute, pure, lontane dal loro riposo e dal loro centro, vivono di continua speranza. Sanno di nulla meritare coi loro patimenti, ne Iddio esser obbligato a far loro grazia: tuttavia sperano nella bontà di Dio e nei meriti preziosi della morte di Gesù; e con quali sospiri lo invocano propizio alle loro pene! Oh se in vita avessero avuto una simile confidenza! tutto avrebbero ottenuto! Impara, anima mia, a confidare mentre sei in tempo. Sperano quelle Anime nei nostri suffragi, ma sovente è delusa la loro speranza, vedendo, i vivi così freddi per i trapassati.... Impara, anima mia, ad accumulare per te suffragi in vita, ed a non fidarti troppo negli altri dopo morte. Ma come per il cristiano il rifugio in tutte le tribolazioni è sempre Maria, la speranza nostra, l'avvocata presso Dio, la consolatrice degli afflitti, la porta del Cielo, tale è ancora per le Anime purganti. Oh quanta consolazione infonde in esse il pensiero che Maria; a loro pensa, tratta la loro causa, offre per esse i suoi meriti, provvede suffragi e studia alla loro liberazione! Ed al vedere una qualche compagna sciolta per intercessione di Maria, oh quanto si ravviva la loro speranza, con qual, sospiri l'invocano propizia, e quante volte si vedono in tutto od in parte esaudite! Anima mia, ricordati che vi sono Anime nel Purgatorio che sperano in te, nei tuoi suffragi.... e tu farai poco o nulla? Ricordati di avere una confidenza illimitata in Maria per te e per gli altri, e ne otterrai certo qualche grazia.

3. Quanto possiamo ottenere dalla Santissima.

Sant'Andrea Avellino diceva di stimarsi felice, se poteva essere nel novero dei predestinati, stando in Purgatorio sino alla fine del mondo; ma la Vergine Maria venne ad accoglierne l'anima negli ultimi istanti per accompagnarla in Cielo. Se sant'Andrea lo diceva per umiltà, noi miseri peccatori, con tanti peccati veniali, gravi assai, ne mai compensati con salutare penitenza, qual lungo Purgatorio dovremo subire? Ma una calda devozione a Maria santissima, coll'intenzione di onorare Lei e suffragare le Anime purganti, non solo ci può ottenere quale grazia particolare la esenzione dal Purgatorio, ma anche tutte le grazie speciali, di dolce intenso dolore per peccati commessi, di amore grandissimo a Dio, dello spirito continuo di mortificazione, di desiderio incessante di guadagnare indulgenze, di purità d'intenzione in ogni nostro operare: cose tutte che giovano a liberazione totale o parziale per noi dalle pene del Purgatorio. Oh quale consolazione per noi, e quanto vantaggio da si facile devozione! Non esclameremo con san Bonaventura: In Te, o Signora, non sarò confuso in eterno? Che se i nostri suffragi per le Anime del Purgatorio sono troppo scarsi per la nostra incapacità, la Vergine Maria ben può arricchire la miseria nostra. Ella ci suggerisce di offrire a Dio per le Anime i meriti delle virtù da Lei praticate, i dolori e la rassegnazione di Lei, il fervore del suo cuore e l'eroismo di carità da Lei esercitato sul Calvario; Ella ci suggerisce di unire le nostre preghiere alle sue, con cui impetra grazia per le dolenti sue figlie; Ella ci indica ad offrire con Lei al Padre i meriti del Sangue di Gesù, i palpiti d'amore del Cuore di Gesù.... Oh quanti tesori di grazia per liberare quelle Anime! E tu rimarrai sempre inerte nella tua tiepidezza? Aspetti forse a scuoterti quando non ci sarà più tempo?

PREGHIERA

O Regina del Carmelo, o Maria Santissima, io v'invoco ben volentieri con questo nome, che mi ricorda il vostro amore per le Anime pedanti nel Purgatorio, e spero che vi mostrerete pure Madre per me quando cadrò tra quelle pene. Deh! pregate Voi per i miei cari Defunti; unisco le deboli mie preghiere alle vostre, offro al Signore i vostri meriti, le vostre soddisfazioni, i vostri sacrifici in compenso dei debiti di quelle Anime; ottenete ad esse una pronta liberazione ed a me la grazia di poter giungere al Cielo con un breve Purgatorio. Così sia.

MEDITAZIONE PER IL LUNEDÌ.

giovedì 1 luglio 2021

Atti di consacrazione al Sangue di Cristo - Offerte al Preziosissimo Sangue




Consacrazione al Sangue di Cristo 

Signore Gesù, che ci ami e ci hai liberati dai nostri peccati con il tuo Sangue, ti adoro, ti benedico e a te con viva fede mi consacro. Con l'aiuto del tuo Spirito m'impegno a fare di tutta la mia esistenza, animata dalla memoria del tuo Sangue, un servizio fedele alla volontà di Dio per l'avvento del tuo Regno. 

Per il tuo Sangue, versato in remissione dei peccati, purificami da ogni colpa e rinnovami nel cuore, perché risplenda sempre più in me l'immagine dell'uomo nuovo creato secondo giustizia e santità. Per il tuo Sangue, segno di riconciliazione con Dio e tra gli uomini, rendimi docile strumento di comunione fraterna. Per la potenza del tuo Sangue, prova suprema della tua carità, dammi il coraggio di amare te e i fratelli fino al dono della vita. Gesù Redentore, aiutami a portare quotidianamente la croce, perché la mia goccia di sangue, unita al tuo, giovi alla redenzione del mondo. Sangue divino, che vivifichi con la tua grazia il corpo mistico, rendimi pietra viva nella Chiesa. Dammi la passione dell'unità tra i cristiani. Infondimi nel cuore grande zelo per la salvezza del mio prossimo. Suscita nella Chiesa numerose vocazioni missionarie, perché a tutti i popoli sia dato di conoscere, amare e servire il vero Dio. Sangue Preziosissimo, segno di liberazione e di vita nuova, concedimi di perseverare nella fede, nella speranza e nella carità, perché, da te segnato, possa uscire da questo esilio ed entrare nella terra promessa del Paradiso, per cantarti in eterno la mia lode con tutti i redenti. Amen. 

martedì 16 febbraio 2021

Il Matrimonio e la famiglia… di fr.Crispino Lanzi, Cappuccino


(Mc. 10, 1-12)


Le basi più solide e incrollabili dell’umana civiltà sono l’altare e il focolare, vale a dire la religione e la famiglia.

La vera felicità di un matrimonio, di una famiglia si fonda su questi tre beni: “Il bene della fedeltà. Il bene dei figli. Il bene del Sacramento” (S. Agostino).

IL BENE DELLA FEDELTA’ (“Bonum fidei”)

A - O Sposi siate fedeli l’uno all’altro

1 - Il matrimonio viene da Dio, il Quale l’ha voluto uno e indissolubile. La Bibbia afferma: “Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza; maschio e femmina li creò. Dio li benedì e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne” (Gen. 1, 26 ss. 2, 24 s.). Il 9o Comandamento suona così: “Non desiderate la donna d’altri”: quindi Dio proibisce perfino il divorzio di desiderio. Perciò possiamo affermare con S. Agostino: “Il matrimonio indissolubile viene da Dio, il divorzio viene dal diavolo”.

2 - Gesù ha confermato l’indissolubilità del matrimonio con parole molto chiare: “Gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: E’ lecito a un uomo ripudiare la propria moglie? Egli rispose: Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Quello dunque che Dio ha congiunto l’uomo non lo separi. Gli obiettarono: Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di mandarla via? Rispose loro Gesù: Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra, commette adulterio” (Mt. 19, 3-9). “E chiunque sposa una ripudiata commette adulterio” (Mt. 5, 28 Cfr. Lc. 16, 18).

S. Paolo dice: “Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito - e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - il marito non ripudi la moglie. La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito” (1 Cor. 7, 10 s. e 39 “Una vocazione a), e viceversa.

3 - Il vero amore esige l’indissolubilità: ha questa espressione che è un programma di vita: “Solo te! Sempre te!...”

4 - Il figlio esige un matrimonio indissolubile. Chiedete a un bimbo: Sei contento che tuo papà lasci la casa e vada con un’altra donna? Oppure che la mamma abbandoni casa e papà e vada a convivere con un altro uomo? Quel bimbo rimarrà con gli occhi imbambolati e lacrimanti poiché gli sembrerà strano e orrendo che avvenga una cosa tanto delittuosa: la risposta dell’innocente, è la voce di Dio.

B - O sposi, amatevi nel Signore!

lunedì 14 dicembre 2020

Sono io, Giuseppe, Sposo purissimo di Maria Immacolata e vostro Custode - di Don Dolindo Ruotolo


[...] Volendovi fare meditare la grandezza che Dio formò in me devo farvi riflettere prima di tutto al mio dolore, perché questo è sempre l’indice vero della grandezza di un’anima e della grandezza di un’opera divina.

Il dolore è la testimonianza più bella della fedeltà di un’anima; è l’atto d’amore più puro e disinteressato; è l’umiltà vera, perché è l’annientamento interiore, è la mansuetudine, è la carità, è la sintesi di ogni virtù. Il dolore è, quindi, il vero termometro della grandezza di un’anima e per questo Gesù fu l’uomo dei dolori, Maria fu l’Addolorata per eccellenza.

Il dolore può essere fisico e morale. Il dolore fisico è piuttosto espiazione, è la via per l’elevazione di un’anima, è la forza potente che libera l’anima dalla schiavitù del corpo e della carne, dai legami del mondo e delle creature. Il dolore morale, invece,oltre ad essere espiazione, è il volo dell’anima in Dio, è la forza che la eleva sopra se stessa, è il frutto di un’attività superiore.

Per intendere questo, voi dovete riflettere che la grazia eleva la creatura al di sopra di ogni perfezione naturale, ne forma proprio un’altra creatura, pur lasciandola nella condizione naturale della vita; il dolore, quindi, è come la spiritualizzazione di tutto l’essere umano.

Voi potete volatilizzare un corpo pesante solo sottoponendolo a tale intensità di calore da liquefarlo prima, da disgregarlo, da annientare il peso naturale. L’aria non ha bisogno di forni elettrici per volatilizzarsi perché è naturalmente in questo stato; essa quindi non è sottoposta a processi tormentosi. Così è l’anima beata, la quale non può soffrire più, perché ha già raggiunto il suo fine e l’ultima sua perfezione.

Non vi meravigliate nel vedere sulla terra la maggior parte degli uomini lontani da Dio, nel vedere tanto ristretto il numero delle anime sante. La santità è l’elevazione della creatura sopra la sua natura; è l’espressione più alta della grandezza; è la vita del Cielo resa mirabilmente vita di un’anima; essa, quindi, non è tanto facilmente accolta dalle creature.

Vi porto un esempio.

giovedì 9 luglio 2020

IL MONDO SI FERMA


QUEI LUNGHI GIORNI 

Non avremmo mai pensato possibile una sofferenza così grande, che ha interessato tutto il mondo. La Cina era per noi un mondo di un altro pianeta; da noi mai sarebbero arrivati contagio, morte, quel virus mai sentito nominare, che con la sua guerra invisibile lasciava sul campo ogni giorno migliaia di morti. Ogni sera dalla protezione civile venivamo aggiornati sui positivi, contagiati, decessi; il virus della morte continuava ad estendersi senza risparmiare nessuno, nessun paese. Erano numeri, solo numeri, ma parlavano di crocifissi, di famiglie distrutte, di paure, di speranze… In quei giorni abbiamo ricordato i morti del terremoto dell'Aquila, un numero che ancora ci sconvolge, eppure è un numero che dal virus veniva raggiunto e superato ogni due, tre giorni. 
Morivano sacerdoti, medici, operatori sanitari, forze dell'ordine, anziani e anche giovani e bambini. Si elevavano preghiere da ogni dove, si cercavano rimedi; siamo rimasti in isolamento tanti giorni, non abbiamo potuto vivere né la Quaresima né la Pasqua come sempre, ma non in modo meno vero, perché siamo stati costretti a riflettere, a rivedere il nostro modo di vivere e di credere, a porci le domande essenziali della vita: Perché? Cosa fare? Toccherà a me? Ai miei famigliari? Dio dov'è? Il virus, certo non mandato da Dio, ma creato da scelte assurde dell'uomo, che aveva creduto di essere padrone di tutto, ci ha costretto a ritrovare la verità della vita, della creazione, della fraternità, di Dio. Abbiamo compreso verità tanto e spesso dimenticate: il bisogno del pane eucaristico, della preghiera, della Chiesa e della comunità, della solidarietà; abbiamo riscoperto la verità del silenzio, della famiglia, delle piccole cose, del sacrificio, del donarsi fino a dare la vita. La Pasqua è venuta! Cristo è risorto nei cuori, nella famiglia, nel mondo. È stata chiusa la Chiesa di mattoni, ma sono nate tante chiese nelle famiglie, tra i gruppi. Troppi sono morti, ma il Crocifisso è risorto per dare un'altra vita, la vita eterna, per liberare dalla seconda morte, la condanna eterna. Ha fatto risorgere Lazzaro, il figlio della vedova di Nain, la ragazza di 12 anni ma non tutti, pochi segni di un'altra vita, della certezza che se vogliamo saremo liberati dalla vera morte, la seconda morte. 

sabato 23 maggio 2020

I DONI DELLO SPIRITO SANTO - del Servo di Dio - Padre Ildebrando Antonino Santangelo



I doni dello Spirito Santo sono doni soprannaturali per cui le facoltà dell'anima si dispongono ad obbedire prontamente alle ispirazioni dello Spirito Santo.
Essi sono l'antidoto al peccato originale che ha guastata la natura umana e inclinata al male; essi non le tolgono la corruzione, né sostituiscono la volontà umana nel volere il bene, ma la illuminano e la fortificano. Come è un dono la vita soprannaturale, così è un dono tutto quello che produce o sviluppa la vita soprannaturale stessa.
L'uomo ripieno di Spirito Santo è incessantemente sospinto verso la santità come aerostato ripieno di gas leggero e sospinto verso l'alto. È necessario pregare sempre, umilmente e fervidamente, lo Spirito Santo affinché discenda in noi e ci porti i suoi sette doni: SAPIENZA, INTELLETTO, CONSIGLIO, FORTEZZA, SCIENZA, PIETA, TIMOR DI DIO.

I - SAPIENZA

sabato 1 febbraio 2020

IL SACRAMENTO DIVENTA DRAMMA: le crisi nel matrimonio - Carlo Caffarra


Terminando questo ciclo delle nostre Catechesi, non possiamo non parlare della possibilità, della drammatica possibilità che il sacramento si trasformi in tragedia, che il matrimonio "fallisca", come si suole dire. Dobbiamo ora riflettere su questo tema, perché sappiamo vivere queste situazioni nel Signore e/o aiutare chi le vive a non distruggere il senso della loro vita. 

LE RADICI ULTIME DI OGNI CRISI. 
Cominciamo subito col richiamare la nostra attenzione su una certezza della nostra fede, che forse stiamo troppo dimenticando: esiste nel cuore di ciascuno di noi e nel mondo in cui viviamo una lotta, uno scontro fra il bene e il male. 
E, dunque, anche nel cuore di ogni sposo e di ogni sposa esiste uno scontro fra il bene che è il loro matrimonio, l'amore coniugale vero che lo Spirito Santo ha loro donato ed il male che è il loro egoismo, il loro orgoglio, la loro sensualità disintegrata dal vero amore. È una guerra molto dura, come cercheremo di spiegare più avanti. E chi sono i personaggi, diciamo così, che prendono parte a questo scontro, i contendenti? 
Anche per rispondere a questa domanda dobbiamo metterci in ascolto profondo della Parola di Dio, come ci è stata predicata dalla Chiesa. 
Essa ci dice che il primo partecipante a questo scontro è il demonio, il satana: egli esiste, è sempre attivo e cerca di indurre ogni sposo ed ogni sposa a trasgredire la santità, a deturpare la bellezza dell'amore coniugale. È omicida e padre di ogni menzogna (cfr. Gv. 8, 44) e quindi si sa mascherare da angelo di luce (cfr. 2 Cor. 11, 14) per poterci meglio ingannare. 
Ma esiste anche ed è sempre attiva un'altra persona: è lo Spirito Santo che abita nel cuore di ogni credente e lo spinge soavemente e fortemente verso tutto ciò che nel matrimonio è vero, è buono, è bello, è santo. 
E poi, in questo scontro, ci siamo noi: ciascuno di noi, ciascuna sposa e ciascuno sposo nel suo matrimonio. In forza del sacramento del matrimonio, gli sposi sono resi partecipi dello stesso amore di Cristo, come abbiamo spiegato in una catechesi precedente; sono resi capaci di amare collo stesso amore di Cristo. Ma questo avviene in un cuore nel quale continua a permanere la suggestione e l'attrattiva del male. 
Ecco, abbiamo individuato il luogo più profando dove hanno origine anche le crisi del matrimonio, poiché in questo luogo ha semplicemente origine la storia di ciascuno di noi. Esso è costituito da questo incrocio di tre libertà: la libertà dello Spirito, la libertà della persona umana, la libertà di Satana. Come vedete, siamo sempre coinvolti in un contrasto drammatico, e a nessuno è concesso di essere spettatore neutrale o disinteressato. 
Tuttavia, proprio a questo punto devo richiamare un'altra verità della nostra fede: la potenza vittoriosa del Signore Risorto. Se leggiamo attentamente la S. Scrittura, vediamo che spessissimo quando Dio si rivolge a qualcuno, inizia sempre il suo dialogo con un "Non temere...". E se leggiamo attentamente le lettere di S.Paolo, vediamo che spessissimo Egli ricorda ai suoi fedeli la forza invincibile del Signore, la "straordinaria grandezza della sua forza" (Ef. 1, 19), la "efficacia della sua forza" e inviterà i suoi fedeli con queste parole: "attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza" (Ef. 6, 10). Ecco perché in qualunque situazione possiamo trovarci nel nostro matrimonio, il Signore è sempre più grande e più forte del male in cui, responsabilmente o non, possiamo cadere. 
2. LE CRISI DEL MATRIMONIO 

mercoledì 15 gennaio 2020

LE VIRTÙ DELLA SANTA FAMIGLIA



Introduzione

Questo è l'anno della famiglia. E' tempo per riflettere sui valori fondamentali che sono alla base della comunità familiare e che ci vengono suggeriti dalla Santa Famiglia di Nazareth.
Ogni famiglia ha una vocazione-missione, progettata da Dio per il bene di tutta la Chiesa. Ora purtroppo, molte famiglie sono in crisi, per cui c'è da riproporre l'esempio di quella santa comunità familiare che è vissuta nella casetta di Nazareth: Gesù, Maria e Giuseppe.
Facciamo quindi un pellegrinaggio spirituale a quella casetta, povera di cose, ma ricca di fede, di amore e di tante altre virtù. Lì contempleremo quei valori fondamentali che oggi tante famiglie hanno dimenticato, ma che sono indispensabili per la vita familiare.
Andremo a contemplare Gesù, il Figlio di Dio che è venuto tra gli uomini per rivelarci il vero volto di Dio e per fare con gioia un cammino di salvezza,
Incontreremo Maria, la prima collaboratrice per la redenzione e la più santa di tutte le mamme del mondo. La troveremo come 2000 anni, ha sempre premurosa ad accogliere tutti, come accolse suo figlio Gesù. Contempleremo Giuseppe, l'uomo giusto, scopriremo come la sua anima era adorna di consigli evangelici, delle virtù teologali e cardinali, nonché di umiltà, pazienza, spirito di preghiera, modestia, magnanimità e perseveranza: vero specchio di Gesù e Maria!
Mettiamoci spiritualmente in cammino verso la casetta di Nazareth, sicuri di essere accolti ed ospitati dalla Santa Famiglia per un ristoro di fede, di amore e di pace:

Preghiera

O Santa Famiglia di Nazareth, accogliete nella vostra dimora tutte le famiglie e i giovani del mondo, e fate che imparino da voi quelle nobili e sante virtù che esercitaste nella vostra vita. Fate che le nostre case risplendano per semplicità, pace e serenità e siano sempre ricche della presenza di Dio. Fateci da guida sicura nel difficile cammino dei nostri tempi, affinché istruiti dai vostri insegnamenti, possiamo essere, come voi, veri testimoni per il mondo intero. Così sia.

1. La povertà

mercoledì 4 dicembre 2019

Sconfitta... di San Josemaria Escrivà -




158. Quando abbiamo la vista annebbiata, quando gli occhi perdono chiarezza, abbiamo bisogno di volgerci alla luce. E Cristo ci ha detto che è Lui la Luce del mondo e che è venuto per curare gli ammalati.
Dunque, le tue malattie, le tue cadute — se il Signore le permette —, non ti separino da Cristo: ti avvicinino a Lui!

159. Per la mia miseria, lamentavo con un amico l'impressione che Gesù non voglia trattenersi... e che mi lasci solo.
All'istante, ho reagito con dolore, pieno di fiducia: non è così, Amore mio: sono io, invece, a essermi allontanato da Te: non lo farò mai più!

160. Implora dal Signore la sua grazia, per purificarti con Amore... e con penitenza costante.

161. Rivolgiti alla Vergine, e chiedile di farti il regalo — prova del suo affetto per te — della contrizione, della compunzione per i tuoi peccati, e per i peccati di tutti gli uomini e di tutte le donne di ogni tempo, con dolore d'Amore.
E, con questa disposizione, azzàrdati ad aggiungere: Madre, Vita, Speranza mia, conducimi per mano..., e se in me ora c'è qualcosa che dispiace a mio Padre-Dio, concedimi di vederlo e, insieme a te, di strapparlo.
Continua senza paura: O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!, prega per me, perché, compiendo l'amabilissima Volontà del tuo Figlio, io sia degno di ottenere e di godere le promesse del nostro Signore Gesù.

162. Madre mia del Cielo: fa' che io torni al fervore, alla donazione di me, all'abnegazione: in una parola, all'Amore.

163. Non prendertela comoda! Non aspettare l'anno nuovo per formulare decisioni: tutti i giorni sono buoni per le decisioni buone. “Hodie, nunc!” — Oggi, adesso!
Di solito sono dei poveri disfattisti quelli che aspettano l'anno nuovo per cominciare..., perché poi, per giunta... non cominciano!

164. D'accordo, hai agito male per fragilità. — Però non capisco perché non reagisci con chiarezza di coscienza: non puoi fare cose cattive, e dire — o pensare — che sono sante, o che sono prive d'importanza.

165. Ricòrdatelo sempre: le facoltà spirituali si nutrono di ciò che i sensi offrono loro. — Custodiscili bene!

166. Perdi la pace — e lo sai bene! — quando acconsenti in punti che portano fuori strada.
Deciditi a essere coerente e responsabile!